Il lockdown ha costituito per tutti un periodo di esclusione dalla vita attiva e, nel contempo, di meditazione sul significato del proprio vivere in una società frustrata da una perniciosa pandemia. L’autore, dopo il primo periodo di inevitabile adattamento, ha pensato di trasformarlo in un momento di meditazione, di confronto del proprio esistere con la società che lo circonda. Ne è nato un “Diario del Covid”, che, partendo dalla propria sofferenza, ha spaziato sulla società che lo circondava evolvendosi e involvendosi. Luigi Ferrando, attingendo alla sua lunga esperienza sindacale, ha spinto il proprio sguardo sulle vicende politico-sociali e di costume che hanno caratterizzato la vita nazionale in questo lungo e sofferto periodo. Il libro, senza spingersi in analisi mediche che non gli appartengono, ha accompagnato l’evoluzione sanitaria della pandemia confrontandola con l’evoluzione sociale che l’ha caratterizzata nei suoi momenti di sopportazione, di schizofrenia, di abbattimento, senza trarne conclusioni presuntuose su quello che sarà il futuro dopo il ritorno alla agognata normalità. L’autore non persegue finalità pedagogiche in un mondo nel quale tutti sembrano avere ricette per la soluzione dei problemi, mentre pochi sembrano disponibili a indagare la vita con la modestia dell’ascolto e l’umiltà del dubbio, al contrario egli accetta di mettere in discussione le proprie certezze senza pregiudiziali alcune. Ne emerge un libro di facile lettura, terreno di confronto fra le sensibilità dell’autore e del lettore, con spirito laico, volontà di ricerca, senza mai perdere la speranza che da questa situazione esca un mondo migliore, più consapevole, più maturo. Aldo Gregori segretario Generale Uil/Alessandria.