Nell’estate del 2005, Amos Pozzi è giunto all’ultima settimana della sua lunga carriera di agente di commercio. Da tempo venditore di coltelli e di articoli da taglio, effettua le ultime visite ai clienti, parte dei quali sono divenuti suoi amici. Nel corso della narrazione, i coltelli e le loro caratteristiche di affilatura si trasformano in metafore diventando, una sorta di elemento ricorrente, un “fil rouge” che si lega alla trama, guidando il lettore su un percorso che toccherà concetti, considerazioni e messaggi in grado di scoprire e generare dubbi che fanno crescere, dando senso alla scoperta di natura, carattere, identità, del volutamente misterioso, evanescente, inafferrabile, polimorfo, “uomo dei coltelli”. Condito con scene divertenti e attimi movimentati, il romanzo di Claudio Balugani, intricato, avvincente, si apre come un largo ventaglio, a toccare svariati argomenti, legati alla storia contemporanea, sui quali azzarda considerazioni inedite ed inusuali, che convergeranno, integrandosi fra loro, verso un finale a sorpresa, che porterà ogni parte della trama a congiungersi con l’altra, come le tessere di un mosaico.