Consigliato ad un pubblico adulto
Davide, quarantenne leccese amante della cultura, dello sport e dei viaggi, viene accusato ingiustamente di un crimine aberrante. Una sua ex, Monica, sposata con un chirurgo bolognese, lo incastra con false prove inscenando una violenza sul figlio adottivo thailandese, Sapai. Dopo un breve periodo di detenzione, ottenuti i domiciliari, fugge in Thailandia dove Vera, figlia di Monica è stata rapita, nel tentativo di liberarla e provare la propria innocenza. Gli eventi che sviluppano la trama, spesso crudi, offrono l’occasione al protagonista di analizzare vari aspetti della sua vita, il mondo ultras, le esperienze di droga, il rapporto con le donne, e di descrivere i luoghi e le situazioni che ha vissuto: il Salento, la Thailandia, la Costa Rica. Con l’aiuto di persone a lui vicine, Shogo lo chef guerriero giapponese, Yo la maitresse thailandese, Nathalie e Jenny due trans thai, dovrà far ricorso a tutte le sue energie ed esperienze passate per tentare di districarsi da una situazione disperata e senza apparente via d’uscita. La narrazione si sviluppa in prima persona attraverso un linguaggio diretto e assume un taglio descrittivo-introspettivo, nel cui svolgersi il protagonista approfondisce, attraverso riflessioni personali e citazioni (Shopenauer, Pascal, Yoshikawa, Jorge Amado, Kundera, Platone, Aung San Suu Kyi) vari aspetti della nostra cultura e di quella orientale. Grazie a queste suggestioni e alla loro elaborazione soggettiva, Davide trova la forza per riscattarsi e affrontare, nella costante tensione verso il miglioramento, la lotta contro il richiamo della violenza, che riconosce come suo più grande limite. Un racconto che, attraverso la costrizione della fuga, vuole rappresentare il disagio esistenziale sotteso alla conoscenza in genere e a quella dell’attrazione verso i molti mondi paralleli in particolare. Una serie di eventi imprevedibili animano l’intreccio di questa avventura, nel tentativo, starà a voi giudicare quanto riuscito, di mantenere il lettore in uno stato di costante tensione partecipativa.