“La città imperfetta” è un romanzo ambientato agli inizi del Novecento. Racconta, in uno spazio temporale di circa 20 mesi, la vicenda del protagonista, l’avvocato Cavalcanti, uomo brillante e molto famoso la cui storia, insieme agli altri personaggi, forma una trama decisamente avvincente e interessante. Il romanzo scritto con un linguaggio egregio e uno stile impeccabile, capitolo dopo capitolo aggancia il lettore e lo rende partecipe all’interno di una città che viene descritta nei suoi luoghi più caratteristici e attraverso tipici personaggi che danno colore e spessore al romanzo. La storia, tratta da un episodio realmente accaduto, si dipana attraverso la vita e le contraddizioni di una piccola realtà della provincia calabrese che si dibatte tra le vecchie abitudini che ha difficoltà ad abbandonare e le novità che non sa accettare. Il rilievo dato ai sentimenti che animano la complessa e contraddittoria figura del protagonista costituisce l’ossatura del romanzo. L’avvocato è definito dall’autorappresentazione come importante elemento della società borghese dell’epoca e nello stesso tempo come vittima dei valori imposti dalla stessa società. Il romanzo, come in un gioco nel quale le carte si scoprono una alla volta, disegna la personalità e il destino dell’avvocato man mano che le varie situazioni della vicenda si susseguono e si intersecano. Descrizioni attente e precise dei luoghi e dei personaggi sono presenti costantemente nel testo; per i personaggi, si tratta di dettagli fisici e caratteriali minuziosi, per i luoghi, le caratteristiche sono profonde, scavando oltre l’aspetto materiale. Tutto, quindi, viene raccontato con dovizia di particolari, utilizzando un linguaggio molto ricercato, con parole, ogni volta, scelte in modo scrupoloso.