Consigliato ad un pubblico 16+
Amalia è cresciuta senza il padre, della cui morte non ha mai saputo la causa, e con una madre per niente affettuosa e bigotta che la metteva sempre in guardia dai pericoli del mondo. Incapace di allacciare rapporti amicali e, ancor più, amorosi, per lei il sesso era il male assoluto al punto da stare male solo a parlarne, fino a plateali convulsioni. La sua generazione Z la considerava una diversa e quindi da emarginare e bullizzare. Non riusciva ad affrontare la vita, Amalia, con un fardello di strane percezioni e malesseri, seppure sognasse davanti a una vetrina di abbigliamento e alla armonia della natura. Inevitabilmente, alla morte della madre, rimasta completamente sola, tenta il suicidio. Per sfuggire ai fantasmi del suo quotidiano si trasferisce in città per studiare. Quivi coabita con una ragazza, Sabrina Nardini, contrariamente a lei, tutta dedita ai piaceri. Conosce poi Marco, del quale accetta la corte a patto di non avere scambi amorosi. E quando Marco viene trovato morto nella sua auto, Amalia, inchiodata dal ritrovamento del suo Dna, viene incolpata di omicidio. Viene colta da un attacco psicotico. Riavutasi, tenta di scagionarsi confessando alla vice-ispettrice Laura di essere la sorella gemella di Sabrina, con la quale certamente condivide lo stesso Dna. Ma Sabrina è sparita e nessuno risponde a quel nome in tutto il territorio nazionale. Amalia dice la verità o tenta solo di salvarsi dal carcere? Al tentativo della vice-ispettrice Laura di metterla alle corde, Amalia ritenta il suicidio. Affidata allo psicanalista Biondi, Amalia rievoca una grande ferita della sua prima infanzia. Individuato il trauma, Amalia sembra avviata ad acquistare autostima, specie dopo avere sviluppato un rapporto d’amore con Valerio. Ma quell’omicidio non ha ancora un colpevole. Eventi negativi fanno riaffiorare i malesseri di prima. Poi improvvisamente ricompare Sabrina. A quel punto gli avvenimenti precipitano verso un finale imprevedibile.