L’opera che proponiamo riguarda Padre Fedele da Monreale, che presenta caratteristiche distintive rispetto a padre Fedele da san Biagio, entrambi amici di Alessio Di Giovanni; Egli, a mio avviso, merita un saggio a parte per la quotidianità del suo impegno di ricerca in campo educativo e per avere suscitato anche interrogativi positivi di sapore letterario come quello relativo alla materia della poesia, alla sua funzione liberatoria, ma anche qualche imbarazzo ricorrente della critica nel definire Poesia la poesia cosiddetta religiosa che trova la sue scaturigini oltre che nell’arte, nel forte sentimento di fede. È particolarmente legato alla città di Monreale e all’Istituto Sant’Anna di Palermo. Nel registro dei visitatori egli scrive: “Sia l’occhio puro e mai non abbia il core / luce che l’occhio vostro non riveli / beati quei che vivono in amore / sarà, se l’occhio è puro irradiato / il corpo tutto di vivo splendore. Solo chi è puro è ne l’amor beato” Giuseppe Fedele (senza data). Anche Ragusa Moleti lascia nel registro del Sant’Anna un suo pensiero: “L’istante in cui entro in questa sacra casa, è per me di letizia, mal’istante in cui debbo andarmene è di gran malinconia” (senza data).
mi pare che la nebbia che contraddistingue l'opera dei sacerdoti possa finalmente essere dissipata e possa auspicabilmente non avvolgere più la sincerità dei sacerdoti che non potrebbero mai stare a fingere dentro un baule!