Nella nuova geografia dei poteri dell’era digitale, il saggio illustra al lettore il rapporto tra la protezione dei dati e la tecnologia, ponendo al centro la persona e la tutela dei diritti fondamentali. La rivoluzione digitale sta infatti cambiando il nostro modo di essere e il rapporto con la vita quotidiana, ma sta modificando, altresì, i rapporti del cittadino con lo Stato, e con le istituzioni pubbliche e private. Il valore dei dati, la loro monetizzazione, l’interesse del singolo rispetto a quello della collettività, l’uso degli algoritmi predittivi, l’intelligenza artificiale sono temi che affrontiamo tutti come cittadini. La Protezione dei dati personali si concretizza su due aspetti prioritari: per le piattaforme di servizi digitali, come un requisito, distintivo e competitivo, caratterizzante la resilienza dei sistemi rispetto agli attacchi informatici; mentre per i cittadini, rappresenta un elemento di fiducia e un diritto da tutelare. Questa prospettiva è oggi percepita da parte dei cittadini perché più consapevoli del valore dei loro dati, e resa più decisiva grazie all’impronta innovativa del Regolamento europeo sulla protezione dati personali. L’economia digitale si avvale sempre più di tecnologie invasive, capaci di estrarre conoscenza dall’incrocio di grandi moli di informazioni, che diventeranno così materia prima per la produzione di beni e servizi. Le implicazioni di ordine sociale sono evidenti laddove le grandi piattaforme operano in un contesto oligopolista, che accresce il loro potere sfruttando i nostri dati con il rischio di produrre rilevanti discriminazioni sui diritti fondamentali e sulle libertà della persona. La salvaguardia dell’autodeterminazione informativa, dell’autonomia e della responsabilità delle scelte è in questo senso essenziale per mantenere il governo sulle nostre tracce digitali, che più di ogni altro aspetto concorrono oggi a definire la nostra identità e, con essa, la nostra libertà.