Le brevi riflessioni raccolte in questo saggio, sottolineano in modo piuttosto chiaro che quella che oggi stiamo attraversando non è una “crisi”. La chiamiamo convenzionalmente crisi, ma in realtà è un vero e proprio cambio di passo; come se l’aereo su cui viaggiamo stesse affrontando un violentissimo vuoto d’aria ed alla fine ci trovassimo a volare qualche migliaio di metri più in basso. Perché è proprio così: siamo vissuti – il mondo occidentale (circa due miliardi di persone) - per tanti anni al di sopra delle nostre possibilità facendo debito, ed oggi siamo arrivati alla resa dei conti. Con due terzi degli abitanti del pianeta - quelli che non hanno fatto i debiti - che vorrebbero avere basilari diritti fino ad oggi negati o molto precari: istruzione, salute, lavoro. Con nuovi e più drammatici problemi redistributivi. Che possono essere un problema oppure – come dice l’autore – una grande opportunità. Infatti secondo l’autore lo sviluppo sarà dato dalla riduzione del gap che separa il nord dal sud del mondo. Non più sviluppo da consumo, ma sviluppo da equità. Questo sarà il vero cambio di paradigma.