La democrazia e il costituzionalismo liberale sono in pericolo? è concepibile una democrazia senza etica, senza valori, senz’anima e senza spiritualità? L’anno zero della democrazia è riconducibile ad una politica priva di cultura e di memoria storica, che vuole restare se stessa in un mondo che è diventato nemico di tale desiderio? Il cosiddetto «Governo delle larghe intese», voluto dal Presidente della Repubblica, alla fine del primo settennato e all’inizio del secondo, è una realtà o una mera finzione per ingannare il popolo italiano, che è stato privato della libertà di scelta? è una chiave di lettura in grado di aprire una porta o semplicemente il dito e la luna? L’Autore si chiede, d’altro canto, quali siano i poteri del Presidente della Repubblica in un contesto politico dissacrato, che rappresenta un incontestabile tradimento della democrazia e della Costituzione a causa di una cultura politica lontana dai princìpi di eguaglianza, divisione dei poteri e legalità, imprescindibili in una democrazia. E ancora: può escludersi aprioristicamente l’esistenza di rapporti tra mafia e politica? è contestabile, in ultima analisi, che per la salvezza dell’uomo siano necessari la rivoluzione copernicana, nel senso giuridico e legalitario, preconizzata da Piero Calamandrei, e un nuovo umanesimo?