Del card. Antonio Panciera, la cui nobile Famiglia risiede tuttora nel vetusto castello medioevale, la memoria era rimasta patrimonio di pochi specialisti. E fu un friulano, illustre storico della Chiesa, nonché rettore per tanti anni dell’Università Urbaniana di Roma, mons. Pio Paschini, a metterla in piena luce. Lo fece con un discorso tenuto all’inaugurazione dell’Asilo Infantile di Zoppola, che nel 1933 la Famiglia Panciera e la popolazione locale gli dedicarono. L’autore è partito da questo autorevole lavoro, pubblicato in seguito dal dott. Co. Francesco Panciera e nell’approfondire la figura e l’opera di Antonio Panciera rimase lui stesso ammirato per la rettitudine e la saggezza da lui dimostrate in un periodo tra i più calamitosi e corrotti della storia della Chiesa. Il Panciera si laureò a Padova, nella prima Facoltà teologica eretta in Europa dopo quella di Parigi, e istituita nell’ateneo patavino dal presule friulano Pileo da Prata. Il Panciera fu a Roma, durante lo Scisma d’Occidente (1378-1417) quando nella Chiesa si fronteggiavano due Papi, quello di Roma e l’antipapa di Avignone. Il Nostro fu Segretario del pontefice Bonifacio IX. Questi in seguito lo inviò nella Patria del Friuli come vescovo della diocesi di Concordia e poi lo elevò alla carica di Patriarca di Aquileia. I contrasti fra i nobili friulani impedirono però che l’opera di pacificazione da lui avviata avesse successo. Dovette quindi rientrare a Roma e con il Papa pisano Giovanni XXIII fu al Concilio di Costanza (1414-1418) contribuendo attivamente alla fine dello scisma, che terminò con l’elezione del papa romano Martino V. Il Panciera viene ricordato per la sua cultura e per gli scritti che compose durante i suoi incarichi. Ne raccolse un centinaio nel Codice Panciera, che ora è consultabile nella Biblioteca Guaneriana di S. Daniele del Friuli.
Lo sfondo della copertina del libro introduce molto bene nel miscuglio di ombre e luce che caratterizzò il periodo in cui visse il personaggio rievocato. Matteo Candido