Questo libercolo è rivolto alle generazioni odierne, perché riflettano sulle misere condizioni di vita in cui si dibatteva il proletariato contadino, in un borgo del Sud, a partire dal governo dei Borboni, poi dei Savoia e quindi del Duce, il maestro elementare di Predappio, espulso due volte dal collegio per rissosità e insubordinazione verso i superiori. Il proletariato si risollevò da quello stato di miseria e di fame solo dopo il secondo conflitto mondiale, quando crollò l’impero del male, con la disfatta dei due carnefici demoni: Mussolini e Hitler, ovvero “Morsolino e Tiletti”, come diceva mia nonna. Da allora l’Europa, pacificata e unita, ha goduto di settant’anni di pace, di prosperità, di democrazia, di libertà. Ora, però, si sentono nuovamente in giro per l’aria incitamenti all’odio, al rancore tra i popoli, da parte di giovanottini allevati a pane e nutella, nostalgici di quei tempi di terrore, annoiati di vivere in tanto benessere e tentati di ribaltare questo stato di quiete e di serenità per portarci di nuovo verso il disastro. Il libro è stato scritto a scopo didattico-educativo, se è vero che la Storia è maestra di vita (Historia magistra vitae), secondo l’antico assioma.